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Dellalba, come ricordo

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Questo è un POV dai piedi della notte 

alla cima della barca nella china schizzata 

dagli scogli. Contavamo su di loro.

Ci prese un tale inchiostro che i lumi 

si accesero a ragione, ma è l’emozione 

dell’ignoto che regge gli orizzonti che

in un dato momento sono la piazza

con i più comuni accessori: le panchine

nel raggio di un quarto di luna. 

Una degradazione del buio, disse lei, 

che fa immenso l’universo ridotto in chiaro. 

L’alba riallinea, cambia l’atmosfera 

in punti precisi del locale.

Il profilo dei promontori somigliava alle nocche 

sbiancate che distendono le increspature

del golfo. Appiattito e per niente riscosso.

Le ha disegnate pachamama come poteva

e noi stiamo esagerando con la gomma: cancelliamo

cancelliamo, ma sono i residui che ci spazzano

sussurrò, prevedendo quanto avrei scritto oggi.

Annuii: le femmine vedono oltre i maschi,

perché i loro occhi e il loro respiro arieggiano

il mondo, penso, come la brezza 

per non cambiare genere.

Vista da qui, infiamma l’ora e se la squaglia 

in un minuto ignoto. Un richiamo al giorno.

Parlò con quel tono strascicato da pescatore

che dava la sveglia ai cefali malaccorti 

rimasti muti nonostante la pastura 

abbia il sapore del tradimento. L’inganno

è una porzione d’amore, non tisana.

Eravamo giunti all’ultima rotonda

che immette sulla piazza in esubero

di posti - il posto preso a caso 

è un volume comunque, benché poco

letto seduta stante, a mezza voce 

suggerisco che il lungomare ormai 

è solo libreria dell’apprendistato in erba

che non si cura di noi, anzi, cura 

la libertà di crescere con distrazione. 

È passata l’alba tenuta al paradosso.

 

 Salvatore Pizzo - 21/09/2023 22:49:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

"Il profilo dei promontori somigliava alle nocche 

sbiancate che distendono le increspature

del golfo. Appiattito e per niente riscosso."

Bei versi, belle atmosfere, immagini suggestive assai.
Grazie

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